Francesco Forte

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Francesco Forte

Ministro delle finanze
Durata mandato1º dicembre 1982 –
4 agosto 1983
Capo del governoAmintore Fanfani
PredecessoreRino Formica
SuccessoreBruno Visentini

Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie
Durata mandato4 agosto 1983 –
9 maggio 1985
Capo del governoBettino Craxi
PredecessoreAlfredo Biondi
SuccessoreLoris Fortuna

Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri
Durata mandato9 maggio 1985 –
3 marzo 1987
Capo del governoBettino Craxi
PredecessoreRaffaele Costa
Roberto Palleschi
SuccessoreFrancesco Cattanei
Giorgio Santuz

Sindaco di Bormio
Durata mandato16 giugno 1988 –
16 settembre 1991
PredecessoreGianni Confortola
SuccessoreRaffaele Sirico (Commissario prefettizio)

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato20 giugno 1979 –
2 luglio 1987
LegislaturaVIII, IX
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Italiano
CoalizionePentapartito
CircoscrizioneComo-Sondrio-Varese
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato2 luglio 1987 –
14 aprile 1994
LegislaturaX, XI
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Italiano
CoalizionePentapartito
CircoscrizioneLombardia
CollegioSondrio
Incarichi parlamentari
  • Membro della Commissione di inchiesta su BNL-Atlanta
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista Italiano
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Pavia
ProfessioneDocente universitario, giornalista

Francesco Forte (Busto Arsizio, 11 febbraio 1929Torino, 1º gennaio 2022) è stato un politico ed economista italiano.

Ha fatto parte del Partito Socialista Italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Suo padre era Procuratore della Repubblica a Sondrio, e anche lui ha vissuto in quella città[1]. Si definiva liberal socialista, infatti, dopo la scissione di palazzo Barberini, si iscrisse al partito socialdemocratico.

Nel 1947, vinto il concorso di alunno al Collegio Ghislieri di Pavia, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Pavia, frequentando anche alcuni corsi di Scienze politiche e soprattutto l'Istituto di Finanza dell'Università. Nel 1951 si laurea con lode e menzione per la stampa con una tesi in Scienza delle Finanze.

Nel 1954 divenne supplente di Ezio Vanoni, di cui era assistente, all'Università degli Studi di Milano.

Nel 1961 divenne professore ordinario di Scienza delle finanze all'Università degli Studi di Torino, dove fu chiamato a succedere a Luigi Einaudi da Einaudi stesso.

Fece parte del comitato scientifico dell'Istituto lombardo di studi economici e sociali[2] e della Fondazione Luigi Einaudi di Torino[3].

Fu responsabile economico del Partito Socialista fino al 1982, quando divenne Ministro delle finanze del Governo Fanfani V. Nel Governo Craxi I fu ministro delle politiche comunitarie fino al 1985, quando si dimise per diventare sottosegretario delegato per gli interventi straordinari nel Terzo Mondo (contro la fame nel mondo). Ricoprì la stessa carica anche nel Governo Craxi II, fino al 1987.

Nel biennio 1984 - 1985 fu presidente della International Atlantic Economic Society[4]. Negli stessi anni è stato professore ordinario di Politica economica e di Scienza delle finanze all'Università La Sapienza di Roma.

Dal 1985 è presidente[5] dell'associazione Politeia, e fa parte anche del suo Comitato Scientifico e Tecnico[6].

Nel 1987 è stato nominato presidente onorario dello International Institute of Public Finance[7].

È stato sindaco di Bormio (in provincia di Sondrio) dal 1988 al 1991.

È stato editorialista economico e collaboratore de Il Giorno, L'Espresso, Panorama, La Stampa, il Giornale, Il Sole-24 Ore, Italia Oggi, Libero, Il Foglio, L'Occidentale. È tra i curatori del "Dizionario del liberalismo italiano -Tomo II" edito da Rubbettino nel 2015.

Dal 2003 è professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma, e professore a contratto alla facoltà di giurisprudenza dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria.

È morto il 1º gennaio 2022 a Torino[8][9].

Incarichi di governo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Forte, Da giornalista a ministro la passione versatile, su ricerca.repubblica.it/, 4 ottobre 2018, p. IX.
  2. ^ Corinna Nicosia - Politecnico di Milano - DAStU, La costruzione del sapere urbanistico negli anni Sessanta: il caso dell’Ilses, su academia.edu, 2014. URL consultato il 3 marzo 2020.
  3. ^ fondazioneeinaudi.it, https://www.fondazioneeinaudi.it/scopri/la-fondazione/organi-istituzionali. URL consultato il 10 gennaio 2022.
  4. ^ (EN) Former Presidents of the IAES, su iaes.org, International Atlantic Economic Society. URL consultato il 3 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2009).
  5. ^ Organi di gestione, su politeia-centrostudi.org, Politeia. URL consultato il 3 maggio 2008.
  6. ^ Comitato Scientifico e Tecnico, su politeia-centrostudi.org, Politeia. URL consultato il 3 maggio 2008.
  7. ^ (EN) Honorary Presidents, su iipf.org, International Institute of Public Finance. URL consultato il 3 maggio 2008.
  8. ^ È morto Francesco Forte, ex ministro delle Finanze con Fanfani, su repubblica.it, 1º gennaio 2022. URL consultato il 1º gennaio 2022.
  9. ^ Alessandro Nidi, Francesco Forte è morto/ Ex ministro governi Fanfani e Craxi firma de Il Sussidiario, su ilsussidiario.net, 1º gennaio 2022. URL consultato il 1º gennaio 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro delle finanze della Repubblica Italiana Successore
Rino Formica 1º dicembre 1982 - 4 agosto 1983 Bruno Visentini
Predecessore Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie Successore
Alfredo Biondi 4 agosto 1983 - 9 maggio 1985 Loris Fortuna
Predecessore Sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri Successore
Raffaele Costa
Roberto Palleschi
9 maggio 1985 - 3 marzo 1987 Francesco Cattanei
Giorgio Santuz
Predecessore Sindaco di Bormio Successore
Gianni Confortola 16 giugno 1988 - 16 settembre 1991 Raffaele Sirico (Commissario prefettizio)
Controllo di autoritàVIAF (EN10857749 · ISNI (EN0000 0003 7430 2143 · SBN CFIV032683 · LCCN (ENn79054548 · GND (DE127089187 · BNF (FRcb120269808 (data) · J9U (ENHE987007433891605171 · CONOR.SI (SL60429155 · WorldCat Identities (ENlccn-n79054548